mercoledì 12 dicembre 2007

Akira


Nei fumetti di Katsuhiro Otomo la città e le sue costruzioni (case, palazzi, ma anche macchinari) rivestono un ruolo importante, non solo scenografico.

Otomo, giapponese classe 1954, nasce infatti come architetto, ma già dagli anni settanta si dedica al fumetto.

Il suo primo grande successo è "Domu - Sogni di bambini" del 1980, dove l'ambiente nel quale interagiscono i personaggi è importante quanto i personaggi stessi.

Qui, infatti, serie di casermoni metropolitani costituiscono un quartiere ad alta densità di popolazione che, costringendo gli abitanti ad una convivenza forzata, ne amplifica i problemi e le ansie sfociando in manifestazioni di poteri paranormali.

Gli stessi elementi li troviamo nel suo capolavoro "Akira".

Pubblicato dal 1982 al 1990, e portato sullo schermo con un lungometraggio del 1988, questo fumetto ha il merito di aver sdoganato il manga (il fumetto giapponese) nel mondo occidentale, dove era praticamente sconosciuto.

È un'opera lunghissima (più di 2100 tavole) che è possibile recuperare nell'ultima riedizione del 2006 a cura della casa editrice Panini (Akira Collection - 6 volumi di 300/400 pagine ciascuno).

Il disegno di Otomo è un bianco e nero fitto di particolari, ma molto scorrevole nella lettura, con dialoghi ridotti all'essenziale e con lunghe sequenze mute.

Molte vignette mute riprendono scorci di città con edifici, attrezzature, fogne e sotterranei, e servono spesso da raccordo fra una scena e l'altra.

La città in questione è Neo-Tokyo (ricostruita dopo la III guerra mondiale), nella quale troviamo una banda di giovani teppisti di strada che viene in contatto con una strana organizzazione governativa controllata dall'esercito, e del gruppo di ribelli che la contrasta.

Questa organizzazione si occupa dello studio dei poteri extrasensoriali di un gruppo di bambini con la faccia da vecchi che, a causa del trattamento a cui sono sottoposti, sono obbligati ad assumere una droga potentissima.

In "Akira" troviamo alcuni degli elementi stilistici e dei temi ricorrenti del fumetto giapponese: personaggi a volte caricaturati, uso frequente di linee cinetiche, scenari post-atomici, protagonisti bambini/adolescenti.

Quest'ultimo aspetto è qui molto rilevante, da una parte vi sono bambini che a causa del loro potere non crescono ma invecchiano, dall'altro ragazzi che sono costretti a comportarsi da adulti dall'anarchia in cui è precipitato il loro mondo.

"Infine, per la seconda volta nella storia, gli uomini cominciarono un'opera di ricostruzione totale."

di Rossano Rossini e Federico Rigoni

da "Postilla" n. 9

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