Dopo il successo avuto al Festival di Cannes (dove ha vinto il premio della giuria), arriverà anche in Italia (dicembre 2007) il film di animazione “Persepolis”.
Il film è tratto dall’omonimo fumetto, il primo mai realizzato da un autore iraniano. Creato nel 2000 da Marjane Satrapi, che è anche la regista della pellicola, l'opera viene pubblicata per la prima volta in Francia nello stesso anno.
L’aver vinto il celebre premio Alph'Art du coup-de-cour al Festival di Angouleme del 2001 trasforma l'opera in un vero e proprio caso letterario a livello internazionale: oltre 1 milione e 200mila copie vendute in tutto il mondo, il testo è adottato da numerose università.
In Italia "Persepolis" è stato pubblicato per la prima volta da Lizard Edizioni in 4 volumi, usciti tra il 2002 e il 2003. Sono poi seguite le edizioni della Sperling&Kupfer (2 volumi 2003-2004) e dei Classici del Fumetto – serie oro de La Repubblica (in unico volume 2005).
"Persepolis" si presenta sottoforma di autobiografia a tratti romanzata, nella quale l’autrice racconta vicende legate alla sua infanzia in Iran all'epoca della Rivoluzione Culturale, la sua adolescenza in Europa e il ritorno, piuttosto traumatico, in un Iran estremamente diverso da quel che ricordava.
Ne risulta un'opera intensa, che affronta temi politici e sociali, mescolandoli alla quotidianità, e che racconta al pubblico occidentale, un paese, l’Iran appunto, molto più complesso dell’immagine stereotipata che ne abbiamo.
Dice l’autrice: “Persepolis è nato come fumetto per gli occidentali: ci sono moltissime spiegazioni sulla vita quotidiana che sono superflue per un lettore iraniano.”
I protagonisti della storia sono, oltre a Marjane stessa, le persone importanti nella sua vita: i genitori, la nonna, gli amici iraniani ed europei, il marito.
Lo stile della Satrapi è semplice ed essenziale. Nelle sue vignette dominano il bianco e il nero, raramente vi si trovano sfumature di grigio. Il disegno è funzionale al racconto anche per questo motivo sono quasi totalmente assenti gli sfondi.
«Mi piace pensare per immagini. Per questo ho scelto il fumetto. Per me è importante usare poche parole e pensare in bianco e nero». «Ridere è una forma di comprensione globale. L'umorismo, se associato all'illustrazione non conosce confini. Può essere compreso da tutti».
di Rossano Rossini e Federico Rigoni
da "Postilla" n.12
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