martedì 6 novembre 2007

Dylan Dog


Dylan Dog ha da poco compiuto vent’anni.

Per festeggiare l’evento, la Sergio Bonelli Editore ha deciso, tra le altre cose, di portare in edicola una nuova ristampa.

“Dylan Dog GrandeRistampa” ripropone in ordine cronologico le avventure del famoso indagatore dell’incubo in albi, ognuno contenente tre storie, di 296 pagine.

Dall’ottobre del 1986 il personaggio creato da Tiziano Sclavi esorcizza le nostre paure (e ce ne fa nascere di nuove).

Nella sua lunga storia editoriale, oltre ad affrontare i temi classici dell’orrore come gli zombi in “L’Alba Dei Morti Viventi”, i licantropi in “Le Notti Della Luna Piena”, i vampiri in “Vivono Tra Noi”, i fantasmi in “La Casa Infestata”, Dylan Dog ha affrontato anche le paure della gente comune: la paura di volare in “Giorno Maledetto”, la paura della morte in “La Zona Del Crepuscolo”, la paura del buio in “Il Buio”, ed anche la paura che nessuno si accorga di noi, la paura di non essere amati, nel bellissimo “Memorie Dall’Invisibile”. Solo per citare alcuni dei primi ineguagliabili episodi.

Lo stesso protagonista non manca di fobie, dalla paura di volare alla claustrofobia, dalle vertigini al terrore dei pipistrelli. Caratteristiche non certo ideali per un “indagatore dell’incubo”.

Dylan Dog non è un personaggio dal carattere “deciso”. Insicuro e fragile, si fa accenno più volte al suo passato di alcolista.

Si può dire che questa sua fragilità rifletta quella dell’autore. Dalle rarissime interviste che Sclavi ha rilasciato si apprende, infatti, che ha passato molti anni in analisi e che avrebbe addirittura pensato diverse volte al suicidio.

Le atmosfere cupe e opprimenti dei primi numeri riflettono lo stato d’animo dello sceneggiatore, atmosfere che vengono “smorzate” dalla vena comica della spalla di Dylan, quel Groucho dalle fattezze e dall’umorismo dell’attore americano degli anni 30.

Tiziano Sclavi, dopo aver scritto personalmente la maggior parte delle storie dei primi 100 numeri, ha lasciato sempre più spazio ad altri sceneggiatori fino a scomparire dalle pagine della sua creatura per ben 5 anni dal 2001 al 2006. Con l’eccezione di Paola Barbato, gli autori che lo hanno sostituito alla macchina da scrivere non sempre si sono rivelati all’altezza della situazione, ma il lettore affezionato di una pubblicazione seriale è disposto ad accettare qualche episodio non all’altezza purché il livello rimanga accettabile

Parlare di uno stile grafico riferendosi ad un fumetto seriale può essere complicato. I disegnatori che si alternano ai pennelli aggiungono valore alla serie portando ognuno la propria personalità e il proprio stile.

Tra gli artisti, tutti degni di nota, alcuni si distinguono per originalità.

Angelo Stano, attuale copertinista, dal tratto spigoloso che può ricordare il pittore Klimt; il gotico Corrado Roi, dalle atmosfere cupe e lovecraftiane; il duo Montanari & Grassani, veri "stakanovisti" del disegno, dal disegno semplice e privo di fronzoli; Bruno Brindisi dal segno preciso e pulito che si avvicina allo stile del fumetto franco-belga; Giampiero Casertano dal marcato contrasto tra il bianco e il nero e dal tratto deciso.

Dylan Dog è diventato da subito un fumetto di culto per la capacità degli autori di coniugare il concetto del fumetto popolare con il fumetto d’autore.

“niente, non è niente… è stato solo… un incubo…”

di Rossano Rossini e Federico Rigoni

da "Postilla" n.10

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