sabato 3 novembre 2007

Persepolis



Dopo il successo avuto al Festival di Cannes (dove ha vinto il premio della giuria), arriverà anche in Italia (dicembre 2007) il film di animazione “Persepolis”.

Il film è tratto dall’omonimo fumetto, il primo mai realizzato da un autore iraniano. Creato nel 2000 da Marjane Satrapi, che è anche la regista della pellicola, l'opera viene pubblicata per la prima volta in Francia nello stesso anno.

L’aver vinto il celebre premio Alph'Art du coup-de-cour al Festival di Angouleme del 2001 trasforma l'opera in un vero e proprio caso letterario a livello internazionale: oltre 1 milione e 200mila copie vendute in tutto il mondo, il testo è adottato da numerose università.

In Italia "Persepolis" è stato pubblicato per la prima volta da Lizard Edizioni in 4 volumi, usciti tra il 2002 e il 2003. Sono poi seguite le edizioni della Sperling&Kupfer (2 volumi 2003-2004) e dei Classici del Fumetto – serie oro de La Repubblica (in unico volume 2005).

"Persepolis" si presenta sottoforma di autobiografia a tratti romanzata, nella quale l’autrice racconta vicende legate alla sua infanzia in Iran all'epoca della Rivoluzione Culturale, la sua adolescenza in Europa e il ritorno, piuttosto traumatico, in un Iran estremamente diverso da quel che ricordava.

Ne risulta un'opera intensa, che affronta temi politici e sociali, mescolandoli alla quotidianità, e che racconta al pubblico occidentale, un paese, l’Iran appunto, molto più complesso dell’immagine stereotipata che ne abbiamo.

Dice l’autrice: “Persepolis è nato come fumetto per gli occidentali: ci sono moltissime spiegazioni sulla vita quotidiana che sono superflue per un lettore iraniano.”

I protagonisti della storia sono, oltre a Marjane stessa, le persone importanti nella sua vita: i genitori, la nonna, gli amici iraniani ed europei, il marito.

Lo stile della Satrapi è semplice ed essenziale. Nelle sue vignette dominano il bianco e il nero, raramente vi si trovano sfumature di grigio. Il disegno è funzionale al racconto anche per questo motivo sono quasi totalmente assenti gli sfondi.

«Mi piace pensare per immagini. Per questo ho scelto il fumetto. Per me è importante usare poche parole e pensare in bianco e nero». «Ridere è una forma di comprensione globale. L'umorismo, se associato all'illustrazione non conosce confini. Può essere compreso da tutti».

"Era divertente constatare come Dio e Marx si assomigliassero. Forse Marx era un po’ più riccio.”



di Rossano Rossini e Federico Rigoni

da "Postilla" n.12

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